I saggi di italiano, storia, psicologia spaventano chiunque, è vero. E come se non bastasse, in particolar modo a scuola, siamo invasi da questi saggi e, spesso, fatichiamo ad arrivare al sei. Ma c’è un segreto: riflettere bene sull’argomento, e non perdere mai di vista la tesi inizialmente presa. Vediamo più approfonditamente come fare.
Per scrivere un buon saggio, fondamentale è la concentrazione: dunque è bene dimenticarsi, per il momento, di qualsiasi pensiero o problema ti assilli. Fatto questo, leggi attentamente l’argomento, che dovrai poi sviluppare, e mentalmente fai un riassunto di tutto ciò che sai, conosci o ricordi su di esso.
Secondo importante passo è quello di mettere per scritto, in ordine di importanza, ciò che hai pensato, in modo da avere davanti agli occhi una scaletta da poter utilizzare, aggiungendo o eliminando argomenti (prendendo in considerazione testi o dati che ti vengono proposti). In concomitanza, devi riflettere su una tesi, da portare avanti per tutta la durata del saggio, e un’antitesi da confutare (Attenzione: devi partire con una tesi e finire con la stessa; non contraddirti!).
Una volta attuati questi lavori preliminari, puoi passare alla stesura. Punti fondamentali sono: L’introduzione, in cui devi preparare il terreno per la tua tesi principale; la continuazione, in cui porti avanti la tua tesi e confuti l’antitesi; la conclusione, concludendo con una frase ad effetto che faccia capire al lettore la tua serietà.